Indice
Che cos’è la SEO
Il termine SEO è l’acronimo di Search Engine Optimization, ossia Ottimizzazione per i Motori di Ricerca, e viene utilizzato per indicare tutte quelle tecniche e strategie che consentono di migliorare il posizionamento dei siti web sui motori di ricerca.
Disporre di un sito web aziendale è oggi fondamentale per far conoscere la propria attività a un numero crescente di persone, ottenere conversioni e aumentare il fatturato; se però non si applicano le giuste strategie, si corre il rischio di non ottenere la visibilità necessaria per raggiungere questi o altri obiettivi.
Per ottenere visibilità sui motori di ricerca è necessario posizionare il sito ai primi posti della SERP, ossia della Search Engine Results Pages; per riuscirvi, è possibile ricorrere a due differenti strategie: la SEM, ossia quella basata sugli annunci a pagamento, e la SEO. Mentre la Search Engine Marketing consente di occupare le posizioni riservate ai link sponsorizzati, la SEO aiuta a scalare la classifica dei risultati organici, ossia quelli non a pagamento.
Che cosa significa fare SEO
Fare SEO significa letteralmente ottimizzare siti web, ma anche blog o e-commerce, applicando una serie di strategie volte a renderli interessanti non solo per gli utenti, ma anche per i crawlers dei motori di ricerca. I crawlers, noti anche come bot o spider, sono quei software che scandagliano la rete in cerca di contenuti utili e ben strutturati da indicizzare e proporre ai navigatori in risposta alle ricerche effettuate.
Una buona strategia SEO deve fare in modo che il sito si posizioni nelle primissime posizioni delle SERP relative a parole chiave affini al tema trattato dalle singole pagine o dal sito nel suo insieme. Per ottenere questo risultato è necessario mettere in atto strategie che interessino sia la struttura e i contenuti dello spazio virtuale, ossia on-site e on-page, sia siti web esterni, ossia off-page.
On-site, on-page e off-page: le differenze
Le strategie SEO on-site sono quelle che permettono di rendere il sito veloce, sicuro e facile da navigare. Si tratta di pratiche che riguardano la scelta dell’hosting, l’utilizzo di CDN e cache, l’implementazione di sistemi di sicurezza e l’ottimizzazione della mappa di navigazione del sito.
La SEO on-page include invece tutte quelle azioni volte a migliorare la fruizione e la qualità dei contenuti testuali e dei file multimediali, immagini in primis. In questo ambito rientrano ad esempio:
- la scelta e il corretto utilizzo delle parole chiave
- l’uso ottimale dei tag heading (H1, H2, H3…)
- la suddivisione del testo in paragrafi non troppo lunghi
- l’ottimizzazione delle immagini attraverso gli alt tag.
Fare SEO off-page significa invece migliorare il posizionamento dello spazio web attraverso link in ingresso non solo numerosi, ma soprattutto di buona qualità, ossia provenienti da siti autorevoli e tematicamente affini.
Chi ha coniato il termine SEO?
La SEO non è una pratica nuova, in quanto è nata contemporaneamente ai primissimi motori di ricerca, sebbene i primi webmaster la applicassero in modo inconsapevole.
Il termine venne coniato nel 1995 da Bob Heyman, il quale racconta l’episodio che ne determinò la nascita nel libro scritto a quattro mani con Leland Harden, “Net results”, pubblicato nel 1997. Heyman, che era a quei tempi vicepresidente senior della Cybernautics, ricevette una sera la telefonata del manager dei Jefferson Starship, band rock californiana per la quale l’azienda aveva realizzato un sito web. Il manager si lamentava del fatto che il sito non fosse ben posizionato sul motore di ricerca rispetto al nome del gruppo, in quanto era collocato addirittura in quarta pagina.
La mattina successiva Bob riunì il team di lavoro e spiegò che nuova priorità dell’azienda sarebbe stata, da quel momento, l’arte del posizionamento sui motori di ricerca, ossia la SEO.
Black Hat e White Hat
Le prime pratiche ideate per migliorare il posizionamento dei siti sui motori di ricerca cercavano, in molti casi, di aggirare e, in un certo senso, truffare i bot. Tra queste pratiche rientravano, ad esempio, l’inserimento delle parole chiare in caratteri molto piccoli, dello stesso colore dello sfondo, così da renderle invisibili per gli utenti, ma leggibili dai crawlers, e l’utilizzo di link in entrata provenienti da siti fittizi.
Queste pratiche sono oggi definite Black Hat e, se messe in atto, possono penalizzare fortemente i siti web, facendoli precipitare alle ultime posizioni della SERP o eliminandoli dall’indicizzazione dei motori di ricerca.
Le buone pratiche sono invece definite White Hat e consistono nell’ottimizzare i siti in modo da renderli davvero utili per gli utenti finali.
Quando può essere utile mettere in atto una strategia SEO
La SEO è la più grande alleata per chiunque gestisca uno spazio virtuale e desideri raggiungere un elevato numero di utenti in target, ottenendo visite, conversioni e fidelizzazioni.
Non solo i siti web, ma tutti gli spazi virtuali possono trarre beneficio dall’utilizzo delle tecniche SEO, e-commerce in primis. Commercianti e artigiani che decidono di vendere i propri prodotti online aprendo un negozio virtuale, possono utilizzare la SEO per dare maggiore visibilità ai singoli prodotti o al negozio in generale.
Le tecniche di ottimizzazione per i motori di ricerca possono essere utilizzate per qualsiasi tipo di sito web, anche quelli realizzati utilizzando CMS come WordPress. Per quest’ultimo sono disponibili degli ottimi plugin, utili soprattutto per la SEO on-page, pensati per aiutare gli utenti a ottimizzare gli spazi virtuali in modo semplice ed efficace.